sabato 16 febbraio 2013

URBAN CODE: SEEK AND DISCLOSURE - di Giada Pellicari




Recentemente è uscito un nuovo video pensato da Urban Code, Seek and Disclosure, dove protagonisti sono dei writers molto noti, ripresi in azione nella zona di Marghera (VE).
Tutte le riprese del video sono  state fatte grazie ad un I-Phone, ma sono state successivamente montate in maniera sapiente da Monk,  il quale ha avuto la capacità di rendere tangibile questo ambiente post-industriale e abbandonato caratteristico della zona, dove emerge la fascinazione per le fabbriche lasciate al degrado più totale.
E’ in realtà una pratica usuale per i writers veneziani e limitrofi andare a dipingere in quel posto, caratterizzato sì dall’abbandono totale, ma anche dalla presenza di un paesaggio urbano estremamente interessante, il quale venendo fotografato e documentato costantemente, riacquista, in qualche modo, vita, proprio grazie alla presenza di questi lavori.
Nel video vediamo, ad esempio, sia Capo che gli RGB in azione, ma si possono notare anche altri bellissimi pezzi, come quelli di Peeta e Wons.  









Ricordiamo come la città di Venezia,  caratterizzata da un centro storico ben conosciuto, in realtà si componga anche della parte della terraferma (Mestre e Marghera), che diviene un ambiente altrettanto importante per la comunità cittadina.  In un caso di una città di questo tipo, dove l’elemento storico-artistico è così forte, si vengono ad innescare erroneamente dei circuiti di rifiuto del Writing da parte dei cittadini. Una  cosa importante da dire, infatti, è che i writers veneziani si sono principalmente mossi all’interno della terraferma, vale a dire Mestre e Marghera, in luoghi come quelli del video,  e nel caso del centro storico in pareti legali come quelle messe a disposizione dal Centro Sociale Morion. In questo senso vi è da parte loro un’etica insita, dove si nota una tutela del centro storico e un rispetto per gli edifici e i monumenti antichi. Nel caso di Marghera poi quello che emerge dai graffiti presenti è una grande importanza del loro inserimento all’interno del contesto urbano, vale a dire che sono le stesse fabbriche abbandonate che danno la possibilità ai writers di cimentarsi in esercizi di stile e di dipingere in tranquillità, sviluppando in questo modo i lavori a stretto contatto con la peculiarità della zona stessa.





In questo contesto sono molto interessanti i pezzi di Capo, il quale da sempre ha avuto uno stretto rapporto con le fabbriche di Marghera e con quella tipologia di paesaggio urbano, inscrivendo il proprio nome all’interno delle architetture. Una caratteristica che si nota anche grazie alla specificità delle fotografie esistenti dei suoi lavori, i quali vengono fermati e contestualizzandoti all’interno del contesto urbano, mentre raramente infatti si possono vedere delle foto di Capo totalmente decontestualizzate dal luogo di appartenenza.





Urban-Code è un' associazione culturale costituita nel 2007 da un gruppo eterogeneo di artisti, attivisti ed organizzatori, provenienti da esperienze diverse. Alcuni di loro si sono occupati per anni di graffiti, di arte in strada, di illustrazione e di pittura, nonchè di organizzare eventi, mostre e pubblicazioni. Hanno tenuto corsi nelle scuole a vari livelli, e partecipato a progetti di riqualificazione urbana. Sono un gruppo eterogeneo di creativi della provincia di Venezia accomunati dallo stesso interesse per l’arte negli spazi pubblici. 
Urban-Code svolge la propria opera a livello nazionale, ma è molto orientata alla promozione delle realtà del nord-est Italia.



Giada Pellicari