martedì 6 maggio 2014

Il Writing a Locate di Triulzi – L’Amazing Day 2014 – seconda parte – di Giada Pellicari




Già nella prima parte di quest’articolo ho affrontato il caso del Writing a Locate di Triulzi e di come esso si sia ben integrato all’interno della cittadina e relazionato con la comunità locale. La seconda edizione dell’Amazing Day, che anche quest’anno si è tenuta a Locate, è divenuta il passo successivo di quel processo di integrazione nel paese formatosi nel tempo grazie alla presenza di diverse hall of fame. Ovviamente, come in ogni esperienza relativa al Writing, vi sono state anche opinioni contrastanti da parte della comunità sull’intero progetto realizzato e su alcune murate risultanti. Quest’aspetto, però, non deve essere visto come sfavorevole rispetto a progetti di Writing legale come questo, perché il più delle volte è parte integrante di una dinamica di integrazione ma anche di una normalizzazione della materia all’interno di una quotidianità. Quello, semmai, su cui bisognerebbe porre sempre l’attenzione per una discussione costruttiva sull’argomento, prendendo ad esempio in esame quest'ultimo semplicemente come caso studio, riguarda proprio la prassi di tutelare fenomeni di Writing legale a discapito, invece, di forme illegali che, in realtà, rispetto alla cultura di provenienza dovrebbero essere la norma e non l’eccezione alla regola. Il più delle volte, infatti, vi è una doppia reazione da parte delle istituzioni, che spesso cercano di dimenticarsi che progetti di questo tipo nascono da anni di Writing illegale il quale, successivamente, è andato ad autodeterminarsi in una naturale evoluzione in forme anche condivise ed effettuate in spazi dati in concessione.  


Swet, ph: Gloria Fiammetta Viggiani


L’Amazing Day di quest’anno, in ogni caso, si è caratterizzato per un’alta qualità dei pezzi risultanti, che si sono suddivisi in maniera eterogenea fra quelli riguardanti l’utilizzo di lettering e quelli prevalentemente di matrice figurativa, ovvero configurati dalla realizzazione di characters, sia da parte di writers internazionali che italiani.
Come già avevo anticipato nella prima parte precedente, la manifestazione si è dislocata sostanzialmente in tre pareti dislocate nella cittadina: quella dell’oratorio, quella della palestra e quella della bocciofila.
La parete frontale della palestra, che è divenuta sostanzialmente il muro principale della manifestazione, anche perché al suo interno si tenevano tutti gli eventi, si è costituita in due parti contraddistinte: a sinistra una combo formatasi dal binomio tra Mr. Woodland, che ha dipinto un fenicottero rosa e da Jeroo che è andato a insediarsi nella parte sottostante, snodandosi con le sue forme geometriche attraverso gli angoli esistenti. 


Mr Woodland e Jeroo, Ph: Giada Pellicari


Jeroo, Ph: G.P


A destra, invece, su sfondo viola e blu si poteva vedere il pezzo immenso dei Puf, ovvero dalla donna-madre dalle fattezze animali, ancora in fase di realizzazione, di Mr. Wany, padrone di casa e ideatore della manifestazione, e due bambini intenti a giocare come se fossero dentro ad un utero, realizzati tramite fini ed eleganti pennellate da Eight e Loyd, entrambi abilissimi fumettisti.


Wany, Ph: Gloria Fiammetta Viggiani


In dialogo con questa facciata, anche grazie allo sfondo similare, dall’altra parte della strada si trova una murata realizzata dagli Art of Sool, collettivo di Brescia, che sono noti per fare dei pezzi caratterizzati da una grande ironia dei personaggi realizzati tramite un tratto fumettistico. Si va terminare con il lettering di Smake che ha creato uno sfondo calligrafico, dove poi si è andato a insediare Neon, il quale è andato a formare, così, una combo dai tipici tratti newyorkesi.
Nel retro della palestra invece si trova il pezzo di Rae, denotato dal lettering fluttuante e dallo sfondo realizzato tramite lo sviluppo di alcune nuvole, per arrivare a dei throw up leggeri e non previsti dei grandi Dems e Swet. 


Neon e Smake, ph: Gloria Fiammetta Viggiani

Rae, Ph: G.P


Infine la bellissima combo tra CMPone e Swet, che hanno realizzato uno dei capolavori della manifestazione, ovvero un pezzo lavorato solo di chiaroscuri e di colori tendenti al seppia, come se si trattasse di uno schizzo realizzato a spray, che tra l’altro dialogava benissimo anche con i disegni che avevano presentato in mostra. Non è nuova, in realtà, questa loro tipologia di lavoro quando vanno ad impostare delle combo insieme, come ad esempio è successo due anni fa dove, in una murata longilinea, avevano dipinto un paesaggio urbano, all'interno del quale si andava a insediare il bellissimo lettering di Swet caratterizzato da una grande flow. Anche in questo caso il paesaggio urbano è l’aspetto fondamentale della murata, incentrata prevalentemente sulla visione di una stazione e del treno, su cui va ad aleggiare il pezzo di Swet in alto.


CMPOne e Swet, Ph: G.P


A lato della palestra si trova, inoltre, una pensilina adibita a giornalaio che è stata data interamente a Kraser, noto writer e street artist spagnolo, ormai italiano d’adozione, il quale recentemente si sta focalizzando sempre di più sul mondo animale e in generale zoomorfo. Kraser ripercorre così, tramite la pittura su muro, tutta una tradizione appartenente dal punto di vista iconografico al bestiario, forma estetica che, in realtà, si evince spesso a partire dagli ultimi anni negli ambiti della street art declinati al wall painting, soprattutto nel caso in cui si parli di muralismo urbano. Esiste attualmente, infatti, un’effettiva tendenza esistente relativa alla realizzazione di animali da parte di street artists. La peculiarità di Kraser, però, e che lo va contraddistinguere da tutti gli altri, è che negli altri casi spesso si tratta di murales (e in questo caso la parola è corretta perché vengono utilizzati anche strumenti come pennelli e pittura) dalla chiara matrice realistica, mentre nella sua produzione il tutto viene realizzato con una tecnica sì incline al realismo e ben definita, ma che va a creare delle forme che vanno a configurarsi il più delle volte come uno sviluppo onirico e fantastico su muro. Si potrebbe infatti riscontrare nel suo lavoro un chiaro riferimento di matrice boschiana, dove esistono animali di fattezze realistiche ma conditi da elementi fantastici e inventati. In questo caso l’atmosfera onirica è stata determinata anche dall’utilizzo di colori pastosi e da uno sfondo bipartito dalla contrapposizione cromatica tra blu e rosso.


Kraser, Ph: Gloria Fiammetta Viggiani


La facciata della bocciofila invece ha visto il susseguirsi di writer prevalentemente milanesi, con qualche partecipazione di esterni come nel caso di Reso, writer da Tolosa.
Tutta la murata è stata caratterizzata da uno sfondo azzurro e dalla tematica del cielo, che è stata lanciata sostanzialmente dalla combo dei BN, costituita dai due astronauti di Impo e dal wild style di Ope, dedicato a Kado, come molti altri pezzi presenti alla manifestazione.
Altra combo molto degna di nota è stata quella tra Giowe e Cheone, a destra della precedente, costituita dal figurativo di Cheone rappresentante una donna in una bolla, realizzato tramite ottime trasparenze, e il pezzo sottostante di Giowe, writer milanese degli AMC e recentemente entrato anche in Sorry Guys, il quale ha avuto la capacità di creare un lettering in prospettiva con la particolarità di risaltare e distaccarsi molto bene dallo sfondo, ma soprattutto con la peculiarità di riflettersi e andarsi a snodare sulle bolle trasparenti.


Impo e Ope, Ph: Gloria Fiammetta Viggiani


Cheone e Giowe, Ph: Giowe


Dello stesso tema anche il lavoro di Shine Royal, che ha portato su parete uno dei suoi ultimi lavori grafici, ovvero quello del verme, che come sempre è caratterizzato da un linguaggio visivo molto simpatico e da cartoon.
Di fronte a questa murata, un lavoro di Seacreative, che già aveva dipinto l’interno di una delle stanze del municipio di Locate di Triulzi, poi adibita a sede della mostra, che in questo caso ha creato un character dalle fattezze similari a quelli per cui è riconosciuto, ma realizzato con toni blu scuri e dedicato all’Amazing Day. Al di sotto, infatti, ha riportato la scritta: “back to the roots”, slogan della manifestazione, grazie alla quale ha creato un gioco di parole raffigurando proprio delle radici e dando, di conseguenza, una connotazione ironica.


Shine Royal, Ph: G.P

Seacreative, Ph: The amazing art


Questo articolo non voleva essere totalmente esaustivo sui lavori presenti, quanto più che altro voleva creare un percorso tra le diverse murate, in modo che, anche a posteriori, le persone possano andare a vederle e, magari, utilizzarlo come una piccola guida che dia qualche indicazione in più su alcuni dei writer presenti.
L’Amazing Day è stato, quindi, un’ottima esperienza, di condivisione, di scambio e soprattutto di produzione di pezzi estremamente interessanti, che si sono andati ad insediare nella cittadina in maniera naturale e contestualizzandosi molto bene con le architetture esistenti.


Ph: Gloria Fiammetta Viggiani


Giada Pellicari



Per leggere gli articoli precedenti:


Foto di copertina: Reso, Ph: Gloria Fiammetta Viggiani pagina ufficiale sito web


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